Halloween sbarca in America

Uno dei tanti falsi miti che circonda la festa di Halloween è che sia una celebrazione “made in USA” e che, di conseguenza, sia ben lontana dalla nostra cultura.
Potrebbe quindi stupire il fatto che in realtà questa festa sia stata esportata in America dagli europei che emigrarono, ma soprattutto potrebbe stupire il fatto che in Italia ci siano sempre state tradizioni folkloristiche molto simili ad Halloween e che presentano tutti gli elementi costitutivi della festa, dalle zucche intagliate alle questue di bambini o di poveri nelle case, ai riti di accoglienza per i defunti ai dolci tradizionali e ai travestimenti (ne abbiamo parlato in altri articoli del nostro blog!).

In questo articolo viene quindi spiegato come Halloween si sia diffuso nelle Americhe, così da dimostrare (e chiarire) una volta per tutte come questa celebrazione sia arrivata nel Nuovo Mondo, assumendo nei secoli nuove caratteristiche. 

Tutto ha inizio intorno al 1607, nell’area dell’attuale Virginia nel Nuovo Mondo. Provenienti soprattutto dall’Inghilterra e dalla Scozia, ma anche dalla Germania, Polonia e Francia, i primi coloni americani si avventurarono in questa zona insieme anche a persone provenienti dall’Africa (che ovviamente non vi furono portate per loro scelta). 

Se da una parte la vita dei coloni della Virginia era molto legata alle credenze popolari europee riguardanti la magia e la divinazione (come l’astrologia, la chiromanzia e il sorteggio) dall’altra parte, invece, sviluppando il governo e l’organizzazione della società sul modello del sistema gerarchico inglese, era strettamente legata alla Chiesa Anglicana (chiesa nata in seguito alla scissione dalla Chiesa Cattolica come conseguenza delle scelte e azioni del re Enrico VIII) che così finì in prima linea riguardo le scelte religiose della colonia. Benché protestante, questa chiesa mantenne gran parte delle sue radici cattoliche, incluse la dottrina, la liturgia e l’organizzazione. Infatti possiamo definire la Chiesa Anglicana (per meglio dire l’anglicanesimo) come una confessione che si pone a metà strada tra il Cristianesimo cattolico e quello protestante. Oltre a ciò, nonostante gli anglicani rifiutassero il culto dei santi, mantennero Ognissanti come giorno festivo e il giorno dei morti come festività non ufficiale.

Cosa c’entra tutto questo con la Vigilia di Ognissanti, ovvero Halloween? Gli abitanti della Virginia usavano organizzare varie fiere tra Settembre e Ottobre, durante le quali venivano messi in mostra e in vendita bestiame e prodotti culinari ed era possibile partecipare a questue (giovani, poveri o artigiani che girovagano per le strade, di casa in casa, a chiedere cibo e offerte per i defunti), giochi, falò e rituali divinatori. I festeggiamenti durante il periodo del raccolto non solo entusiasmavano la gente ma, col supporto della Chiesa Anglicana, davano riconoscimento ufficiale, attraverso la feste dei morti e quella dei santi, all’usanza di onorare i propri defunti.

Passarono gli anni e tra il 1681 e il 1799, grazie a William Penn e al suo variegato assortimento di coloni europei, entrarono in America diversi flussi di popolazione proveniente dall’Europa, soprattutto irlandesi e tedeschi. Altre colonie e città vennero fondate, come ad esempio nel 1681 quella della Pennsylvania proprio ad opera di William Penn (chiamata così da re Giacomo II d’Inghilterra, dal nome di Penn, a cui aveva concesso l’autorizzazione di colonizzare una nuova regione nel Nuovo Mondo), che doveva fungere in particolare da rifugio per i  quaccheri. Chi sono i quaccheri?  Sono i fedeli di un movimento cristiano nato nel XVII secolo in Inghilterra, appartenente al calvinismo puritano, che si concentra sul sacerdozio di tutti i credenti (rifiutano gerarchie ecclesiastiche e sacramenti). I membri sono conosciuti come “amici” o comunemente come “quaccheri”. A causa delle loro idee e stile di vita religioso e non, i quaccheri vennero duramente perseguitati e maltrattati alla stregua degli eretici infatti furono in molti a morire per i loro ideali.

Grazie alla regola della tolleranza religiosa predicata dai quaccheri, che si mantenne fino al 1756, Halloween prosperò. Questi coloni contribuirono a mantenere vive le celebrazioni della vigilia di Ognissanti, in quanto nel periodo del raccolto portavano avanti l’usanza di onorare  i morti e dedicarsi a fiere del raccolto e giochi divinatori. Dal 1684 fino al 1845, Halloween  fu considerata una celebrazione locale, legata sia alla fede religiosa personale sia alla struttura sociale della comunità. 

Col tempo emersero due tradizioni diverse della vigilia di Ognissanti, possiamo dire due aspetti della stessa medaglia, che sarebbero divenuti i precursori della festa che facciamo oggi: la cosiddetta notte degli scherzi e le feste delle comunità locali. 

La vigilia di Ognissanti, grazie all’atmosfera di festa, di mistero e al senso di comunità, era diventata un momento perfetto per giocare delle burle perché gli scherzi svolgevano spesso una funzione sociale (ad esempio facevano scontare una piccola penitenza ad un vicino che si comportava in maniera antisociale). Per questo motivo molti degli scherzi tipici delle comunità tedesche, scozzesi e irlandesi, come mettere sottosopra le capanne, smontare un carro e rimontarlo sul tetto di una casa o di un granaio e simili, divennero patrimonio dell’intera popolazione.

Al tempo stesso, le tradizioni delle colonie andarono sempre più in voga: feste danzanti in onore della comunità si diffusero in tutta l’America, celebrando la famiglia insieme alla festa. Oltre a ciò,  già dalla metà di Ottobre fino ai primi di Novembre, città intere, villaggi e comunità agricole festeggiavano il raccolto e i prodotti della terra, tra fiere, balli e racconti di fantasmi. 

È qui che va rintracciato l’inizio di una festività universalmente riconosciuta, indipendente dalle preferenze religiose. Tra il 1820 e il 1870 milioni di persone entrarono in America da tutto il mondo. Ogni comunità aveva un suo folklore popolare e ognuna ebbe un impatto sulle usanze americane. Anche i popoli non europei, come i cattolici di origine spagnola provenienti dal vicino Messico, aggiunsero le loro credenze alle tradizioni della vigilia di Ognissanti ma una sciagura in particolare contribuì a radicare Halloween in America.

Dal 1845 al 1849 il già prostrato popolo irlandese fu colpito da una disastrosa carestia che portò alla perdita delle colture di patate, che fornivano il principale alimento alla popolazione povera (a causa di un fungo che fece marcire i tuberi, causando la perdita dei raccolti). Questo periodo fu poi chiamato “la Grande Carestia”: oltre a provocare un milione di vittime, spinse un milione e mezzo di irlandesi a emigrare verso gli Stati Uniti d’America. Con loro avevano portato le proprie convinzioni religiose e le usanze popolari, comprese le tradizioni riguardanti la vigilia di Ognissanti, continuando a celebrarla in terra americana come gli immigrati scozzesi. Detto tutto ciò, per rendere più comprensibile il legame tra l’antico Samhain e il moderno Halloween, ritengo necessario far notare come le popolazioni che emigrarono negli USA, e nello specifico  gli Irlandesi sia nel ‘700 che nell’ ‘800, si fossero portate dietro le loro tradizioni specifiche (che nel caso degli Irlandesi provenivano dalle rimanenze celtiche del Samhain mescolate alla visione cristiana dell’Ognissanti). Per fare un esempio che vi chiarirà (e dimostrerà) l’importanza di questo fatto storico nella storia di Halloween, dovete sapere che è proprio grazie a quest’ultima migrazione di massa che, durante i festeggiamenti della vigilia di Ognissanti, si passò a sostituire l’intaglio delle rape con le zucche, trovando queste ultime più facili da lavorare.

Poco dopo il 1870  (con la seconda rivoluzione industriale) Halloween si estese al di fuori delle comunità irlandesi e scozzesi, prima di tutto coinvolgendo vari gruppi etnici e locali (per alcuni dei quali, come abbiamo visto con la storia delle colonie americane, non era affatto inusuale organizzare feste e riti per il raccolto e i morti verso la fine di Ottobre e l’inizio di Novembre), in seguito facendo il suo esordio negli strati più elevati della società americana, considerata come un’eccentrica e spiritosa tradizione inglese. Soprattutto i ricchi protestanti che, pur non volendo riconoscere le influenze cattoliche della festività, erano più che entusiasti di celebrare qualunque ricorrenza proveniente dall’Inghilterra.

Nel 1890 molti libri, giornali, e riviste riportavano dati storici approssimativi riguardo Halloween e, al tempo stesso, informazioni utili e consigli su come organizzare una festa perfetta, situazione che favorì lo sviluppo peculiare di questa celebrazione. È proprio in questo periodo che la vigilia di Ognissanti subisce un cambiamento in senso consumistico, con la vendita di maschere e decorazioni apposite per la festa. Infatti, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, i simboli e i prodotti di Halloween si fecero più standardizzati. Sempre risalente a questo periodo è anche l’invenzione di Samhain come Dio della morte, un falso mito che ancora oggi aleggia nell’aria e viene sfruttato da evangelisti e fanatici religiosi nelle campagne anti-Halloween.

Per i vittoriani americani (di classe media ed elevata) era fondamentale rimuovere l’associazione con la morte e la Stregoneria:  fecero molto per rimuovere il significativo valore storico della festa e, quando ebbero finito, i festeggiamenti i erano considerati parte di una nuova festa. Il materiale all’epoca si concentrava su giochi piacevoli, ricevimenti e altre attività divertenti. Era lecito, in ogni modo, comunicare con i defunti per qualche interesse “romantico” e tale pratica crebbe in popolarità specialmente presso i giovani, come passatempo. Le signore dell’alta società cominciarono invece a utilizzare questo periodo per organizzare balli e feste in maschera per motivi caritatevoli e anche per organizzare matrimoni.

Nel 1910 la popolarità aumentò a tal punto che Halloween faceva parte a pieno titolo del calendario mondano dell’élite e non solo. Sempre più fabbriche producevano o importavano articoli dedicati alla “nuova” festa di Halloween. Con l’accresciuta premura nei riguardi dei bambini le pratiche divinatorie, i matrimoni combinati di epoca vittoriana e i giochi in cui ci si baciava vennero messi da parte, poiché i genitori americani li ritenevano inadatti per i loro figli. Le prime sfilate di Halloween organizzate in America si svolsero ad Anoka nel Minnesota e ad Allentown in Pennsylvania nel 1921.

Il danno alla festività arrivò nella forma delle famosa “notte degli scherzi”: la maggior parte delle beffe era innocua ma talvolta sconfinavano in atti vandalici, andando fuori controllo. Quando gli scherzi si trasformarono in atti incivili e selvaggi, i bottegai e i negozianti cominciarono a pagare i giovani perché stessero alla larga dalla loro proprietà.  Sfortunatamente, per di più, gruppi militanti approfittarono della notte degli scherzi mettendo in atto orrendi crimini durante questo periodo dell’anno, sfruttando la confusione generale. 

In uno sforzo per fermare il comportamento criminale, le forze dell’ordine – oltre ad iniziare campagne organizzate per modificare l’atteggiamento deliquenziale incitando studenti e genitori a dimostrarsi responsabili – insieme ai boy scout istituirono l’usanza del trick or treating night (rispolverando le tradizioni europee, si cercò di incoraggiare le questue effettuate da bambini in maschera, introducendo la formula “trick or treat?”, resa in italiano “dolcetto o scherzetto?”).  Nonostante ciò e nonostante i tentativi attraverso feste pubbliche organizzate all’aperto, fino agli anni ’40 la notte degli scherzi restava un problema, a tal punto che alcune comunità cittadine decisero di eliminare le attività legate ad Halloween ma fu la seconda guerra mondiale a portare la consapevolezza pubblica ad un nuovo livello.

Durante gli anni della guerra, gruppi di cittadini, governi locali, giornali, radio, distretti scolastici ed editori di riviste unirono le forze per eliminare il vandalismo della notte degli scherzi, facendo leva sulla consapevolezza collettiva, spiegando come questi atti scellerati potessero avere risvolti negativi nei confronti della “causa americana”. Sempre nello stesso periodo, benché alcune città cancellassero la celebrazione della festa di Halloween, altri usarono la festa per cercare di sollevare il morale della gente, credendo che ci fosse un reale bisogno di attività ricreative per abbattere l’ansia e la paura della guerra.

Negli anni Cinquanta la tradizione della questua (ormai conosciuta come “trick or treat?”) prese slancio ma purtroppo con gli anni Sessanta, cominciarono a diffondersi voci e leggende metropolitane circa doni manomessi con lamette o avvelenati. Verso la fine degli anni Ottanta infatti, in molte città americane vennero introdotte restrizioni di orari ed età per fare trick or treat. In realtà studi condotti annualmente dal professore di sociologia e giustizia criminale Joel Best, hanno confermato che nessun bambino sia mai stato ferito o ucciso da dolci manomessi.

Negli anni ’90 e 2000 Halloween ha infatti ripreso il carattere di evento goliardico per grandi e piccini, caratterizzato da feste, balli, sfilate e l’amato trick or treat, che si è poi diffuso con questo nome anche nelle isole britanniche prima e nel resto d’Europa poi.

E l’horror? A quello ha contribuito ulteriormente il cinema, diffondendo ancor più un’immagine di Halloween legata al macabro, elemento già presente nelle antiche usanze della festa.

Possiamo concludere affermando come la festa della vigilia di Ognissanti sia stata continuamente reinventata nei secoli, diventando una festa tra le più popolari e conservando sempre la propria vitalità. Appare come una festa “nuova”, ma in realtà, pur se in forme diverse, ripropone un aspetto antico spesso rimosso o semplicemente dimenticato, tradizioni che appartengono al nostro passato, ma che hanno dovuto viaggiare oltreoceano per tornare a noi con nomi più magici… Halloween. 

Bibliografia e risorse web:

  • Wikipedia; 
  • Sarah Bernini, Monica Casalini, Luce e Chiara Rancati, “Le vere origini di Halloween”, Anguana Edizioni; 
  • Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi, “Halloween. Origine, significato e tradizione di una festa antica anche in Italia”, società editrice il ponte vecchio; 
  • Silver Ravenwolf, “La notte di Halloween”, Armenia Edizioni; 
  • Jean Markale, “Halloween. Storia e tradizioni”, L’età dell’Acquario;
  • https://www.chicagotribune.com/entertainment/ct-no-more-trick-treat-ent-1031-20161028-column.html

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